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Chasing the First Light: Alba al Sass de Pütia: emozioni, fotografia e il potere della prima luce

L'idea che diventa progetto.

Ogni progetto fotografico nasce da un’intuizione. Questa volta il desiderio era quello di raccontare la magia di un’alba in montagna: la luce che muta a ogni minuto, il silenzio che precede il giorno e le emozioni che emergono spontanee.

Ho una lunga lista di spot ma ho scelto il Sass de Pütia, nelle Dolomiti, come scenario per uno shooting foto e video dal titolo Chasing the First Light. Un luogo che già da sé trasmette maestosità e meraviglia. Nel mio storyboard non mancavano elementi fondamentali: la comparsa come filo conduttore umano ed emozionale, e soprattutto una scena in grado di geolocalizzare la destinazione turistica, mostrando il Plan de Corones sullo sfondo insieme al profilo delle Dolomiti. Un dettaglio che arricchisce il racconto e lega il video alla sua terra.

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La donna come soggetto: un parallelismo con la montagna

La scelta di avere una donna come protagonista non è stata casuale. La montagna, come la terra, porta con sé un’energia profondamente femminile: accoglie, protegge, nutre e dà vita. È madre, è casa, è forza silenziosa e inesauribile.Così, nel mio racconto visivo, la comparsa femminile diventa specchio di questa simbologia: la sua bellezza esteriore si intreccia con quella interiore, e insieme si fondono con la maestosità delle Dolomiti. Come una madre che genera e custodisce, la montagna e la donna condividono un ruolo ancestrale: ricordarci che ogni vetta conquistata, ogni raggio di luce, nasce da un atto di amore e di cura.


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La preparazione: tra tecnica e leggerezza

Fare fotografia di montagna significa unire creatività e praticità. Lo zaino conteneva solo ciò che serviva: mirrorless con lenti luminose per affrontare la scarsa luce, drone per dare respiro e prospettiva alle immagini, schede di memoria e batterie di riserva. Ma anche il necessario per proteggersi dal freddo: felpa e giacca a vento e un thè che non guasta mai per godersi un attimo di pausa dopo lo stress del catturare il più possibile in quei frangenti.

Con l’aiuto di app come Peak Finder ho calcolato l’orario esatto dell’alba e programmato il tragitto per arrivare puntuale in vetta. Ogni dettaglio era parte di un equilibrio delicato tra tecnica e poesia.


Il cammino nel buio

La salita è iniziata di notte, sotto un cielo che non smette mai di sorprendere. La sveglia in piena notte, gli occhi impastati dal sonno. La temperatura estiva è particolare, si sale in maniche corte, non fà mica freddo.  A un certo punto, Venere e Giove si mostravano perfettamente allineati: un segno, quasi un dono. Poi è arrivata l’ora blu, quella sospensione magica in cui il mondo si prepara a risvegliarsi e la luce comincia a svelare forme e colori. Era come camminare dentro un segreto che presto si sarebbe rivelato.


Venere e Giove allineati.
Venere e Giove allineati.

L’emozione negli occhi

Davanti all’obiettivo non serviva recitare: la comparsa stava vivendo davvero il momento. La meraviglia nei suoi occhi era pura, autentica. In quell’attimo ho capito ancora una volta quanto sia fondamentale la presenza umana in un racconto visivo: non solo un volto davanti alla fotocamera, ma un’anima capace di amplificare la grandezza del paesaggio.


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Il momento della luce

Poi è arrivato il sole. Le Dolomiti si sono accese di enrosadira e il paesaggio si è trasformato in un quadro in movimento. È stato un attimo di “delirio creativo”: il drone in volo, la mirrorless pronta a catturare ogni sfumatura, le lenti luminose che raccoglievano il respiro stesso della luce.Tra un’inquadratura e l’altra ho inserito il dettaglio pianificato nello storyboard: il Plan de Corones stagliato all’orizzonte. Una scena che non era solo estetica, ma identitaria: un modo per raccontare la destinazione turistica in maniera emozionale.



Comunicazione e responsabilità

Questo shooting non era solo un progetto artistico, ma anche un contenuto destinato a valorizzare il territorio. I video emozionali delle Dolomiti hanno infatti una doppia funzione: ispirare chi guarda e allo stesso tempo promuovere il territorio. Ma comunicare le montagne significa anche ricordare che non sono un parco giochi. La natura va rispettata, la montagna va affrontata con consapevolezza. Mostrare la bellezza è un invito a viverla, ma anche a proteggerla: l’alba sul Sass de Pütia o Peitlerkofel non è solo un’esperienza estetica, è un atto di connessione profonda con un ecosistema fragile.


Enrosadira
Enrosadira

Fotografia, luce e vita

Inseguire la prima luce è, in fondo, una metafora della vita. Fotografare significa aspettare, avere pazienza, imparare a cogliere l’attimo perfetto. Così come nella vita, anche nella fotografia la luce non sempre arriva subito: a volte bisogna camminare nel buio, altre volte accettare l’imprevisto.

Ma quando la luce appare – che sia su una vetta, in un sorriso o in uno sguardo – allora tutto prende senso. Ed è lì che la macchina fotografica smette di essere un semplice strumento, e diventa il ponte tra ciò che vediamo e ciò che sentiamo.


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Dalla luce alle persone

“Chasing the First Light” non è solo il titolo del progetto, ma un modo di vivere la mia professione di fotografo e content creator. Ogni giorno inseguo quella luce che sa trasformare una vetta, un volto o un paesaggio in un’esperienza emozionale. Ogni giorno la montagna mi insegna che la bellezza va accolta con gratitudine, vissuta con rispetto e condivisa con passione.

Le Dolomiti non sono soltanto montagne: sono custodi di storie, emozioni e sogni. E attraverso la fotografia e il video, il mio compito è semplice e immenso al tempo stesso: raccontarle.

I contenuti realizzati in questo progetto non rimangono soltanto ricordi personali, ma diventano strumenti di comunicazione per la destinazione turistica. Le immagini e i video saranno visibili, secondo programmazione, nei canali social ufficiali di Kronplatz e San Vigilio, oltre che su brochure, led wall e spot promozionali.

Un racconto che parte da una vetta al sorgere del sole e arriva a migliaia di occhi, con l’obiettivo di emozionare, ispirare e trasmettere il rispetto e l’amore per la montagna.





 
 
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